L’oro è il metallo più utilizzato per la produzione di gioielli di ogni tipo: semplici, elaborati, in unione con altri metalli, arricchiti o meno di pietre preziose. Da sempre l’uomo ha lavorato l’oro tramite tecniche differenti, che sono cambiate con l’evoluzione dell’artigianato e dell’industria e che hanno portato alla produzione di gioielli sempre più eleganti e raffinati.
Si passa così dalle tecniche antiche come la tiratura al martello e la strozzatura ai metodi di fusione e di microfusione, di stampaggio e di altre lavorazioni che permettono all’oro di assumere forme e colori differenti.
Le due tecniche più antiche sono quelle della tiratura al martello e della strozzatura, in cui la forma e lo spessore del metallo venivano raggiunti a colpi di martello, più o meno intensi, che permettevano di ottenere lamine d’oro da pezzi massicci. La forma delle incudini su cui l’oro veniva battuto permetteva di ottenere lamine piane o curve, a seconda dell’oggetto che si intendeva creare.
Sicuramente la rivoluzione nella lavorazione dei metalli preziosi è stata l’introduzione delle tecniche di fusione e di saldatura, che hanno permesso la creazione di forme nuove per gli oggetti da arredamento e per i gioielli. La fusione, infatti, ha portato alla possibilità di ottenere lamine e fili d’oro grazie soprattutto alle tecniche di colaggio: tra queste si ricorda in particolare la fusione a cera persa, che ha dato vita ad oggetti e statue storiche di grande splendore.
La lavorazione dell’oro e le tecniche decorative più comuni, come l’incisione, la cesellatura o la filigrana, hanno origine antiche, risalenti alle grandi civiltà egiziane e persiane, in cui i gioielli d’oro erano simbolo di ricchezza e potere. L’incisione è stata probabilmente una delle tecniche più utilizzate nei popoli del passato, perché molto semplice da realizzare, grazie a strumenti da incisione che permettono l’asportazione di piccolissime parti d’oro a creare elementi decorativi. Anche la cesellatura è stata molto utilizzata sin dal passato: questa tecnica, derivante dalla tiratura a martello, permette di ottenere decorazioni tramite un utensile smussato che viene battuto sulla superficie scolpendola ad arte.
Di grande effetto è sicuramente la lavorazione a filigrana, molto utilizzata non solo per l’oro ma anche per altri metalli, soprattutto l’argento. Spesso, anzi, la filigrana alterna proprio metalli differenti, per dare maggiore risalto alla bellezza degli intrecci. Si tratta infatti di una lavorazione ad intreccio di sottilissimi fili di metallo che possono risultare a giorno, ossia appoggiati su una lastra di sostegno, oppure a traforo, tecnica che crea elementi delicati ma di grande eleganza.
Come eleganti sono le decorazioni che si ottengono con la doratura o con l’intarsio, quest’ultimo tipico non solo dei gioielli, ma soprattutto di mobili ed elementi d’arredo che dal Cinquecento in poi hanno caratterizzato le case dell’aristrocrazia di molte civiltà occidentali. In questo caso, l’intarsio (che prevede l’applicazione di inserti di metallo diversi su una determinata superficie) era dato dall’inserimento di lamine d’oro sul legno dei mobili.
Ma la bellezza dei gioielli in oro non è data solo dalle tecniche di lavorazione che danno la forma all’oggetto, ma anche dai colori: il bianco, il giallo e il rosso sono i colori classici dell’oro che oggi, grazie a leghe particolari con metalli sempre diversi, possono essere facilmente affiancati da tonalità che vanno dal lilla al blu a sfumature differenti dell’arancione e rosso. Naturalmente, la presenza di altri metalli in questo tipo di gioielli abbassa le percentuali di oro presenti nel gioiello, diminuendone il valore, ma non la bellezza.
E sulle variazioni di colore e di brillantezza del metallo possono incidere delle tecniche particolari, come l’opacizzazione con attacco chimico o l’ossidazione, che, creando zone di contrasto di colore o di opacità, permettono di ottenere interessanti motivi decorativi.