Il diamante è una delle diverse forme in cui si può presentare, in natura, l’elemento carbonio. Il diamante è composto da un reticolo di atomi del carbonio che sono disposti in una struttura a forma di ottaedro, cioè con 8 facce. I diamanti si formano nel mantello terrestre, a una profondità tale per cui la pressione, necessaria alla sua formazione, è altissima. Quelli che si trovano in superficie si pensa provengano dalla profondità di 150 km ma anche fino a 225 km.
Il colore e le dimensioni dei cristalli possono essere molto varie. Il record spetta al diamante chiamato Cullinan, trovato in Sudafrica, perfetto sia nella limpidezza che nel colore, con un peso di 3.025 carati, circa 605 grammi. Fu poi tagliato in ben 105 pietre, da 500 a 300 carati ciascuna circa. Oggi il diamante lavorato più grande è il Golden Jubilee con 545,67 carati, trovato in Sudafrica nel 1985.
I diamanti non idonei a essere usati come gemme sono utilizzati nell’industria perché hanno un costo ridotto ma hanno invariate le caratteristiche di durezza.
Proprio per la sua durezza il diamante viene graffiato o tagliato solo dagli altri diamanti, può conservare la sua lucidatura per moltissimo tempo e resiste bene all’usura: anche per questa ragione, oltre che per la sua brillantezza e la sua luce, è usato ampiamente in gioielleria.
Se volete acquistare un diamante da far montare su un anello da fidanzamento oppure semplicemente per fare un buon investimento e non conoscete i criteri che vi possono guidare nella scelta di un diamante, in questa guida darò alcuni utili consigli.
I fattori che influiscono sul valore di un diamante sono le famose quattro “C”, provenienti dalle iniziali delle quattro parole inglesi: colour, clarity, cut e carat, ossia colore, purezza, taglio e caratura, cioè peso.
Per quanto riguarda il colore, le gemme sono tanto più pure quanto più sono totalmente trasparenti e incolori che vengono chiamate “Colorless”. Poi ci sono le gemme quasi incolori (“Near Colorless”) e infine le gemme colorate (“Slighty Tinted”). I diamanti incolori in effetti non appaiono così alla nostra vista, perché le loro sfaccettature riflettono tutti i colori presenti nell’ambiente. Il tipo di impurezza che risulta più comune è dovuto alla presenza di azoto che dà un colore giallo. Invece la colorazione che è più rara è quella dei diamanti rosa o rossi, in genere piccoli, e poi di quelli blu. Ma anche i diamanti verdi sono molto rari.
Vediamo la purezza: le eventuali inclusioni sono chiamate “carboni”, ma sono considerati dei difetti solo le fessure naturali, dette “ghiacciature” oppure le tracce di sfaldatura e le cosiddette “linee di accrescimento” della pietra originaria. Nell’ordine di purezza la gemma può essere definita come IF (Internally Flawless) oppure F (Flawless). In America l’Istituto geologico ha definito la scala per la purezza delle pietre e anche dei diamanti che viene usata internazionalmente
Il taglio della pietra grezza per farli diventare gemme da usare gioielleria è un tipo di operazione difficile e delicata: prima di tagliare una gemma, il gemmologo deve considerare la forma del taglio, le sue proporzioni, la simmetria e gli eventuali difetti di lucidatura.
Eventuali errori portano a una diminuzione di valore della gemma. Il taglio più comune è quello rotondo, chiamato a brillante, con un minimo di 57 faccette e una tavola inferiore. Questa è la differenza tra diamante e brillante che le persone spesso confondono. Altri tagli diffusi sono a cuore, a brillante ma ovale, a marquise, a goccia, a carré, a trapezio e tantissimi altri.
I diamanti che sono inferiori a un carato si suddividono in tre categorie: “very good” con una brillantezza eccezionale, “good” con una brillantezza inferiore e alcuni elementi visibili e infine “poor” ossia scadente, con dei difetti.
Il carato è l’unità di peso del diamante. Corrisponde a 200 milligrammi oppure a un quinto di grammo. Dal momento che sono molto più rari, i diamanti più grandi e quindi più pesanti valgono sicuramente molto di più rispetto alle pietre che sono più piccole.
Quando si vuole acquistare un diamante, bisogna conoscere quindi esattamente questi 4 criteri.
Per scegliere un diamante è necessario inoltre usare una lampada che abbia una luce “fredda”, simile alla luce del giorno: infatti se si vede un diamante con una delle lampade a spettro usate dalle gioiellerie, una volta che si è all’esterno, la lucentezza potrà essere inferiore.
Inoltre ogni diamante che acquistate deve essere accompagnato da un suo certificato, un documento in cui sono riportate le caratteristiche principali della pietra, praticamente la sua carta d’identità.
Se poi il diamante ha un’incisione laser che riporta il numero del certificato sulla sua circonferenza, si tratta di un diamante di gran valore, un “must”.
Bisogna inoltre diffidare di quelle pietre trattate: infatti se acquistate un diamante che non ha il certificato potrebbe trattarsi di una pietra trattata.
Oltre ai 4 fattori principali, occorre tener presente anche della fluorescenza della gemma e delle proporzioni di taglio.
La fluorescenza: se esposto ai raggi ultravioletti il diamante manifesta il fenomeno della fluorescenza, cioè una sua luminosità di colore azzurro, più o meno intensa. Non e’ un difetto della gemma, ma solo una sua caratteristica. La fluorescenza può essere “none” o “nil”, ossia nulla oppure “slight”, ossia leggera, oppure “medium”. Bisogna evitare di acquistare diamanti con una fluorescenza di tipo “strong” ossia forte, perché il colore è reso opaco da una forte fluorescenza.
Anche le proporzioni di taglio sono importanti, ossia la qualità che ha la finitura e le proporzioni del diamante lavorato. Delle buone proporzioni di taglio aumentano sia la brillantezza che il fuoco. Se il diamante ha proporzioni del tipo “very good” significa che ha una brillantezza ottimale. Le proporzioni di tipo “good ” danno alla gemma un aspetto spento.
Dal punto di vista commerciale è importante acquistare un diamante al suo attuale prezzo di mercato.
Infatti esiste un listino dei prezzi , chiamato “Rapaport Diamond Report” in cui ci sono scritti i vari prezzi dei diamanti, tagliati, da 0.01 fino a 5.99 carati. Il prezzo viene calcolato in base al peso, alla purezza, al colore e alla sua forma o taglio (le famose 4 C).
Un consiglio finale: scegliete un diamante che abbia della “vita”, ossia una bella brillantezza e lucentezza.